Jom, secondo spettacolo della rassegna Bravoff tenutosi il 13/14 novembre, ci parla della drammatica vicenda di un ragazzo “negro”, vittima delle prevaricazioni di una società in cui è impossibile sfuggire alla diversità.
Jom è strutturato sulla base de
“La Putain respectueuse” di Jean-Paul Sartre, opera costituita da
un solo atto, scritta nel 1946 in seguito ad un viaggio negli Stati
Uniti e alla lettura di una storia vera contenuta ne “Les
États-Désunis” di
Pozner.
La condizione in cui il popolo nero
viveva in America, le discriminazioni a cui era soggetto, scatenarono
in Sartre la necessità di comporre un testo rivoluzionario, un
testo sociale in grado di dare l'idea su quella che fosse la reale
situazione.
Un “negro” costretto a fuggire per
una colpa che non detiene, a cercare aiuto presso la prostituta
Lizzie per evitare la morte.
Sartre dimostra come Lizzie, il ragazzo
(chiamato sempre e solo “negro”), i suoi persecutori (la polizia,
il cliente importante e il senatore), siano allo stesso tempo i
prodotti e le vittime di certe strutture collettive immancabilmente
costrette ad un condizionamento reciproco degli individui che le
compongono.
In Jom la messinscena stilizzata e la
musica riprodotta dal vivo hanno reso maggiormente l'idea di un
testo nervoso, aggressivo, fatto di parole che colpiscono nel segno e
danno vita all'assurdo.
Le movenze, i tic, lo stesso linguaggio
portano alla nascita di un riso spontaneo ma di denuncia degli
scandali sociali e morali dell'intera vicenda.
Vediamo come i Bianchi, il potere
violento e presuntuoso, paralizzi il diverso dall'interno, nella sua
vita quotidiana e nella sua esistenza. Così “il negro” si
rifiuta di sparare, così Lizzie non osa di più.
I “Superiori” appaiono come il
bene, la cui stessa vita è giustificata in partenza: la
nazione ha bisogno di un uomo onesto e lavoratore che appartenga al
suo popolo, cosa può dare invece un uomo differente e povero?
Lizzie e il ragazzo di colore diventano
il male: lo stesso cliente affermerà che la prostituta è
il Diavolo, quale sortilegio gli ha gettato?
Ma Jom è ancora di più, è
anche l'unione di eventi di cronaca e di realtà.
L'estemporanea all'interno della rappresentazione, ci racconta ciò
che accade ai giorni nostri, ciò che vediamo fingendo di non
accorgercene.
E' il viaggio di tanti ragazzi
senegalesi, è la speranza di trovare un mondo migliore.
Jom, con Gabriella Altomare, Arianna Di
Savino, Francesco Lamacchia, Vito Latorre (anche regista e
traduttore), Ermelinda Nasuto e Antonio Repole, è il racconto
del coraggio. E' il coraggio
di tanti uomini pronti ad affrontare ogni potere, ogni violenza per
raggiungere il loro sogno.
La Compagnia
Teatrale Onirica dà vita ad un teatro di apertura alla
riflessione sociale, un teatro che porti al cambiamento partendo
dall'individuo. Un punto di vista differente per una nuova opportunità.
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Rassegna Bravòff: Jom
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5
Oleh
Ilaria Amoruso