Il capitale umano è l'insieme di
conoscenze, competenze, abilità, relazioni ed emozioni
acquisite nel corso della vita di un uomo ed in questo caso calcolate
per poter essere quantificate in denaro.
Il capitale umano è il nuovo
film di Virzì, ispirato al romanzo omonimo di Stephan Amidon,
in uscita nelle sale italiane dal 9 gennaio.
Diviso in quattro capitoli (Dino,
Carla, Serena, Il Capitale Umano) ci trasporta nel mondo della
Brianza, tra borghesi provinciali e magnati della borsa, aprendoci
uno scorcio sulle diverse vite dei protagonisti.
Il denominatore comune è un
cameriere. Un pover uomo costretto a tornare nel suo paesino con la
bici, che tra una curva ed un Suv nero, verrà spazzato via
dalla strada e ridotto in fin di vita.
Il capitale umano è quindi la
cifra che le assicurazioni pagheranno alla famiglia dopo la sua
morte.
In realtà però il
ciclista è solo di sfondo a l'intreccio tra le famiglie Ossola
e Bernaschi, tra la presunta relazione di Serena e Massimiliano e
l'acquisizione delle quote nel fondo fiduciario di Giovanni.
Dino usa il rapporto di sua figlia per
accattivarsi la simpatia del Bernaschi ed entrare così nella
cerchia dei ricchi.
Poi c'è l'infelice e scialba
Carla e la passione per il teatro, la nuova moglie di Dino, Roberta e
la psicologia, la libertà di Serena e la nuova storia con
Luca, “quello un po' matto”.
Insomma, dalla tragicità di un
evento, si dirama un albero ricco di visioni delle personalità
differenti, alcune intrappolate, altre un po' immature o avventate,
ma a testimonianza dei vari scenari presenti nella nostra Italia
attuale.
E la drammaticità si avverte
proprio perché la storia portante della pellicola è
solo l'imput dell'intera vicenda.
Nei capitoli, dunque, vi sono i diversi
punti di vista e, pian piano, le novità salienti da inserire
in quella che è la ricostruzione degli eventi.
E' triste notare che il dolore della
famiglia della vittima è lontano, messo da parte, di minore
importanza rispetto, ad esempio, ai capricci di Carla, moglie di
Giovanni Bernaschi.
Virzì risulta quasi crudele ma è
l'unico modo per aprirci gli occhi: queste sono situazioni che
accadono ogni giorno, l'egoismo di due famiglie e l'isolamento di una
terza, distrutta, sfasciata.
I capitoli ci danno l'opportunità
di cogliere, andando avanti, sfumature diverse. Se il regista ci pone
un piccolo flashback è solo per farci cogliere il salto di
vita che Dino sta compiendo e darci la possibilità poi di
afferrare la sua futura disperazione.
Quanti italiani cercano di “fare più
soldi” entrando in investimenti senza in realtà avere la
liquidità necessaria?
Quanti vedono crollare davanti ai
propri occhi tutto il mondo e restano indifesi davanti ai recupero
crediti, agli sciacalli che mangiano ogni cosa?
Purtroppo al giorno d'oggi sono fin
troppi.
Fin troppi che per entrare in quel che
sembra un ottimo fondo fiduciario chiedono un prestito lasciando come
garanzia la propria casa e cancellando il futuro della figlia.
E quante donne, invece, sono schiave di
un matrimonio finito? Sono spente e senza vita perché non
vivono ciò che vorrebbero?
Cercano uno spiraglio in una nuova
relazione, in nuovo progetto ma poi scappano spaventate o lo vedono
volare via sotto i loro occhi.
Dino e Carla sono noi in fin dei conti.
Come lo sono Giovanni, preso dai suoi
soldi o Roberta dal suo lavoro e dalla agognata maternità.
Come lo sono i giovani: Serena e
Massimiliano bloccati in un rapporto che non c'è più
solo per tutelare le loro famiglie. Luca travolto dalle ingiustizie
della vita.
E poi di nuovo Massimiliano ancora
innamorato della sua ex, Serena allo scoperta di un nuovo amore con
qualcuno che prima non avrebbe mai visto, troppo in basso nella
società per essere anche solo degnato di uno sguardo dalla sua
élite di amici.
Sono noi, noi siamo loro.
E purtroppo, ci dice Virzì,
possiamo anche essere quel ciclista o sua moglie.
Siamo vittime dei nostri sbagli e alle
volte anche del destino.
E allora consiglio davvero di guardare
“Il Capitale Umano” (con un cast eccezionale, da Bentivoglio alla
Golino, dalla Bruni Tedeschi a Gifuni) anche solo per capire che un
capitale di vita noi lo abbiamo veramente e potremmo viverlo
diversamente.
Queste marionette siano d'esempio.
Non sprechiamo la nostra vita e
facciamoci più forti del destino.
Diciamo di no.
Aiutiamo noi stessi e gli altri.
Aiutiamo il nostro Paese.
“Avete scommesso sulla rovina di
questo paese e avete vinto”.
“Abbiamo vinto, ci sei anche tu
cara.”
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Prudenti al cinema: Il capitale umano di Paolo Virzì.
4/
5
Oleh
Ilaria Amoruso