“I don't want to start any blasphemous rumors but I think that God's got a sick sense of humor and when I die I expect to find Him laughing...”
Blasphemous Rumors è l'ultima
canzone contenuta all'interno dell'album dei Depeche Mode, Some Great
Reward, pubblicato nel 1984.
A chiusura di un disco basato su nuove
denunce politiche, religiose e su tematiche amorose calcate con un
linguaggio crudo ed allusivo, vi è un pezzo che fece un grande
scalpore, un pezzo sul cattivo senso dell'umorismo di Dio.
Martin Gore, autore del brano, pare si
volesse scagliare contro le usanze della Chiesa metodista. Infatti il
musicista, partecipando ad una celebrazione, si era ritrovato ad
assistere da un lato alla preghiera per i parrocchiani malati,
dall'altra al ringraziamento per la loro morte, espressione della
volontà di Dio.
Da qui la frase “I think that God's
got a sick sense of humor”, l'idea che il Signore abbia un cattivo
e insano senso dell'umorismo.
Gore si aspetta quindi che Dio rida
della sua futura morte. Un Creatore passivo dinanzi alla nostra
partita con la vita.
In effetti ciò che il musicista
non comprende è il quasi ironico metodo di pregare per chi
soffre e poi ringraziare per chi muore. E' un ragazzo che ama la vita
e non ci trova nulla di positivo nella morte, nell'aver perso le
occasioni terrene.
Martin organizza il suo testo partendo
da scene di vita quotidiana, da episodi realmente accaduti, di cui
tutti abbiamo sentito parlare, anche solo in televisione.
“Girl of sixteen, whole life ahead
of her slashed her wrists, bored with life, didn't succeed, thank the
Lord for small mercies”
Una ragazzina di
appena 16 anni, con tutta una vita davanti, è annoiata dalla
vita e decide di tagliarsi le vene, non ce l'ha fatta, e dobbiamo
ringraziare Dio, per queste piccole misericordie.
“Fighting back the tears, mother
reads the note again, sixteen candles burn in her mind, she takes the
blame, it's always the same, she goes down on her knees and prays.”
Combattendo con le lacrime, la madre
rilegge ancora una volta quella lettera, sedici candeline bruciano
nella sua mente, e si addossa tutta la colpa, è così
sempre, si inginocchia e prega.
Con una musica carica di suoni e
sintetizzatori che sembra accompagnare un ritmo angosciante e
dissacrante, con la voce profonda di Dave Gahan, il testo appare
ancora più denso di significato, in quello che è un
profondo monologo ribelle con Dio, un'analisi del rapporto di
intimità con la religione.
Gore dà voce a molti nostri
dubbi. Queste ragazzine, così giovani, così immature,
non comprendono il senso del vivere e decidono di farla finita, di
lasciarsi andare, e nessuno può fare nulla, neanche Dio si
sforza di fermarle.
Neanche Dio si muove affinché
questo non accada.
E ciò che faranno tutti sarà
di rendere grazie a Dio per questo piccolo favore. Semplicemente di
augurarsi che lassù queste tante anime siano in pace con loro
stesse e di rimanere immobili: se è successo allora era
volontà del Signore.
Qui si pone la denuncia dell'autore dei
Depeche Mode. Qui c'è il fulcro della questione.
Non è solamente una canzonetta
scritta per rendere blasfema la potenza di Dio e portarsi un po' più
in su con la classifica.
In quello che è un percorso
sempre più profondo della band, i loro temi diventano sempre
più vicini alle problematiche della vita di tutti i giorni, di
quei momenti che ci fanno riflettere.
E allora perché non poter
gridare che questo non è giusto? Che non bisognerebbe piangere
e limitarsi a pregare ma arrabbiarsi con Lui per permettere che tali
scempi non avvengano?
In fondo non c'è nulla da
ringraziare.
“Girl of eighteen, fell in love
with everything, found new life in Jesus Christ, hit by a car, ended
up on a life support machine”
Una ragazza di 18
anni, innamorata di tutto, ha trovato una nuova vita in Gesù
Cristo, investita da un'auto, sopravvive grazie alle macchine.
“Summer's day, as she passed away,
birds were singing in the summer sky, then came the rain, and once
again a tear fell from her mother's eye.”
Era un giorno
d'estate quando è spirata, gli uccelli cantavano nel cielo,
poi venne la pioggia, e ancora una volta una lacrima cadde
dall'occhio di sua madre.
Dal sole alla
pioggia, dalla gioia al dolore. Questa vita aveva tutto, era felice,
voleva ancora rimanere fra noi, ma tutto è andato storto, il
buio è arrivato, ed ha solo potuto piovere. Dio ha fatto solo
in modo che il cielo piangesse, ma non ha salvato la giovane ragazza.
Dio ha mantenuto il
suo senso dell'umorismo ed è rimasto impassibile ancora una
volta.
Esistenze spezzate,
mentre si sente quasi la Sua risata venire dall'alto.
La rabbia di Gore
ci travolge, ci spinge a chiederci perché ciò in cui
crediamo non possa altrettanto credere in noi. Non possa aiutarci, o
almeno far si che gli equilibri siano giusti.
La sua delusione è viva. Siamo
soltanto un branco, pronto a brontolare, struggersi e pregare, invece
di reagire.
E con la speranza che qualcosa muti, il
brano si conclude con un suono quasi simile ad un soffio, ad un
sorriso ironico, al Suo scacco matto.
Un evento particolare legato a questa
canzone li ha colpiti: allo storico concerto al Rose Bowl di Pasadena
(101) il 18 giugno 1988, non appena è stata intonata
Blasphemous Rumors il cielo si è coperto di nuvole e si è
scatenato il diluvio.
Ovviamente un tema così
bruciante non poteva passare inosservato ed ha spesso ostacolato gli
stessi Depeche, che hanno continuato la loro campagna anche su
questioni blasfeme, culminata nell'album Songs of Faith and Devotion.
Ma per quanto io stessa sia credente,
mi riconosco in questa canzone e nel suo grido di accusa. Il destino
è così sottile che alle volte non riusciamo a darci una
spiegazione e il nostro intimo rapporto con Dio è messo a dura
prova.
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