Animo puro ma ribelle, forse incompreso, forse troppo solo, rock ma soul, Jeff Buckley ha pubblicato solo due album, di cui uno postumo, ma ha senza dubbio toccato l'anima di milioni di fan e di amanti della musica, quella vera, nella sua brevissima vita.
Jeff aveva un peso su di se, il nome di suo padre, Tim Buckley, cantautore abbastanza note ai suoi tempi di gloria, che lo aveva abbandonato da piccolo, e che non si era mai preso cura di lui. Quando Jeff, giovane emergente, viene chiamato a cantare durante un concerto in tributo per suo padre, morto per eroina molti anni prima, nel ragazzo inizia un processo e una lotta interiore, magistralmente rappresentata nel film del 2012 Greetings from Tim Buckley. Immaginate di essere un giovane musicista esordiente e che tutti vi paragonino a vostro padre, che non si è mai interessato a voi, e che a mala pena avete conosciuto.
Ma quella sera comunque Jeff salì su quel palco, cantò le canzoni di suo padre, e qualcosa gli diede una spinta verso questa carriera. Jeff era un chitarrista eccellente, che si districava tra alternative rock, folk, e un pizzico di soul.
La sua voce lieve ma sofferta, e quegli occhi sempre tristi facevano il resto. Jeff stava diventando un nome molto noto nella musica, teneva concerti ovunque, arrivò persino in Asia, e aveva davanti a se una carriera piena di opportunità. Molti artisti hanno poi seguito le sue influenze musicali, come i Coldplay, Ryan Adams e Damien Rice. Jeff pescava invece influenze da tutto ciò che ascoltava, non aveva limiti musicali, un giorno ascoltava i Lez Zeppelin e il giorno successivo Édith Piaf, passava da Bob Dylan a Nina Simone.
Jeff sul palco era un dio per tutti quelli che lo ascoltavano e lo vedevano, tra i suoi brani di cui era anche autore e le tante cover degli artisti che lo ispiravano. Era però sempre circondato da quell'aria malinconica e quasi assente, che attirava sempre più il pubblico a cercare di scoprire chi fosse realmente Jess.
Ma la sua espressione era la sua musica, così intima, così personale, quello era il suo vero io.
Grace |
Jeff è ricordato dal grande pubblico per una canzone in particolare, la sua versione del classico di Leonard Cohen "Hallelujah". Di solito essere famosi per una cover non renderebbe giustizia ad un artista come Jeff, ma la sua versione di questo brano è talmente carica di dolcezza, di malinconia, di intimità, di personalità, da diventare quasi un suo brano, e infatti la sua resta la cover più nota di questo brano. Jeff è riuscito nell'intento di rendere personale qualcosa scritto da altri, e ascoltando la sua voce sulle note di questa canzone bellissima capirete chi è Jeff e cosa c'era nel suo animo, puro e ribelle.
Grace fu l'unico studio album pubblicato in vita da Jeff, e vede tra i produttori Andy Wallace, che aveva già lavorato con grandi nomi come Paul McCartney, Aerosmith, Guns N' Roses e Nirvana.
Devo ammettere di aver conosciuto anche io Jeff con Hallelujah, che ormai è uno dei pezzi più importanti del rock anni '90, ma l'ascolto di Grace è stato davvero illuminante sulle capacità di Jeff. Un album così intenso, che mi ha rilassato e rattristato allo stesso tempo, ma mi ha fatto sentire più ricco alla fine. Mi sono innamorato di pezzi come Mojo Pin,
Sketches for My Sweetheart the Drunk |
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