Di tanto in tanto occorre rimaner svegli di notte ,
per sentire che voce ha, che profumo la avvolge e per vedere chi sono
coloro i quali la amano e la vivono . Guardo ai miei ricordi, guardo a
quella sigaretta fumata in una delle tante notti in cui non sapevo chi
ero e cercavo la mia identità fra le stelle . Decisi che era tempo di
andare ;in realtà da sempre sapevo che un giorno sarei andata via e lo
feci. In una sera d'inverno arrivai a Siviglia. La pioggia come un
martello percuoteva quelle strade in cui il profumo, la gente , i rumori
,erano tanto diversi da casa mia. Quando sei solo ad affrontare una
realtà diversa ti senti un gigante e fai in modo che di ogni attimo la
tua mente ne assorba l'essenza e il ricordo, per gridare al mondo che ce
l'hai fatta e che i tuoi piedi , in quel posto, tanto bello e tanto
lontano, ci hanno camminato. Passavano rapidi i giorni nella mia nuova
città ed in un pomeriggio come tanti mi incamminai verso un supermercato
poco lontano, ignara del fatto che qualcosa di inaspettato mi avrebbe
stupita. Improvvisamente iniziai ad udire il rumore di tacchi che
battevano sul pavimento producendo un suono ritmico, energico senza
trovare quiete e respiro. Continuavano rapidi , senza sosta e capii che
quel rumore era una musica e che qualcuno stava danzando. Vidi un
edificio accanto a me e compresi che quella era la tana di qualcosa che ,
con la sua voce , mi aveva stregata. Vi entrai e seguii il rumore di
quei tacchi. Mi ritrovai in una scuola di danza di proprietà di una
ragazza italiana. Lei fu entusiasta della mia curiosità e per un momento
in me rivide la sua terra che , neppure la meraviglia della nuova
città e di quella danza le avevano fatto dimenticare. Mi invitò ad
assistere ad una lezione ed immediatamente accettai. Mi sedetti in un
angolo e magicamente vidi piogge di figure danzanti provenire da una
parte all'altra della stanza avvolte dallo stesso suono ritmico, forte,
energico che era riuscito a condurmi in quella stanza. Ciò che udivo e
vedevo si chiamava Flamenco. Dimenticai l'ora, il tempo, il fatto di
essere lontana da casa e mi sentii...davvero bene. Ciò che vidi mi rese
felice perchè compresi che la felicità si raggiunge quando smetti di
pensare a come ottenerla pianificando la tua vita in funzione del suo
raggiungimento . A volte occorre solo fare un respiro , aprire gli occhi
e farsi sorprendere.
Buonanotte...
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Scrittori in Erba: Katia Di Pede - Il diario di Katia.
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Oleh
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