lunedì, dicembre 09, 2013

Jeff Koos, l’artista vivente più caro al mondo.

Quando oggi si parla di arte non si può non menzionare Jeff Koons, scultore, pittore e artista statuinitense, nato a York 58 anni fa, diventato l’artista vivente più caro al mondo.
58,4 milioni di dollari è la cifra esatta incassata dall’artista americano dopo aver venduto all’asta, il 12 novembre, da Christie a New York la sua scultura “Balloon Dog”: interamente realizzata in acciaio tra il 1994 e il 2000, ha le dimensioni di un’automobile.
Il cane, che sembrava un giocattolo, è stato pagato a peso d’oro per tutto il volume del suo materiale e ha ampiamente superato il prezzo di 55 milioni di dollari (41,4 milioni di euro) stimato prima dell’inizio dell’asta.
Il “Balloon Dog” è un pezzo imperdibile per i collezionisti di arte contemporanea; François Pinault già possiede la versione rosa, esposta all'inaugurazione di Palazzo Grassi a Venezia, Eli Broad, ha la versione blu, e Steven Cohen quello giallo, ma il pezzo arancione venduto ieri all’asta di New York è più prezioso di tutti gli altri suoi multipli: è quello che ha fatto diventare Jeff Koos l’artista vivente più costoso al mondo, battendo ogni record.

Jeff Koos è famoso per le sue opere, soprattutto di grandi dimensioni, ispirati in parte allo stile kitsch, realizzati con un’ampia gamma di tecniche e differenti materiali, che illustrano ironicamente l’american way of life del consumismo, facendo di Koos un’icona del neo-pop.
Prima il titolo di artista più caro era del pittore tedesco Gerhard Richter, che deteneva il titolo in seguito alla vendita dell’opera “ Domplatz, Mailand”, capolavoro del ’68 che ritraeva piazza Duomo di Milano e piazzato all’asta di Sotherby’s per 37 milioni di dollari; una cifra che ormai può sembrare poca paragonata a quella del “Balloon Dog”. 

Ma è davvero arte questa? Alcuni, neanche a dirlo, la amano, amano la curiosità che suscita e l’innovazione che porta; altri invece la odiano, la criticano e non la capiscono. Questo, però, non centra niente con i soldi, centra con il gusto estetico insito in ognuno di noi. 
Sicuramente se fosse più riconosciuta da artisti, storici dell’arte e critici, tutti noi avremmo una visione diversa, e decisamente più chiara circa le tecniche e i linguaggi indipendenti che questo nuovo tipo di arte usa.  

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